La plastica è uno dei materiali più usati nel mondo e anche in Italia la maggior parte delle confezioni e degli imballaggi è realizzato con la plastica.
Basta pensare che la produzione mondiale di plastica è passata da 2,3 milioni di tonnellate nel 1950 ai 448 milioni nel 2015.
Si tratta di un materiale che permane sul Pianeta per tempi lunghissimi, infatti si stima che il tempo di degradazione della plastica va da 450 anni all’infinito, generando così rifiuti che contaminano l’Ambiente.
La plastica presente nell’oceano arriva dalla terraferma oppure dai fiumi e una volta che raggiungono il mare, le correnti possono trasportarla in tutto il mondo.
Sono circa 5 mila miliardi di pezzi di plastica che galleggiano nei nostri oceani.
I rifiuti di plastica, una volta in mare, vengono frammentati in piccole particelle a causa della luce del sole, del vento e delle onde.
Tali microplastiche sono state trovate persino sul Monte Everest e nella Fossa delle Marianne.
E non solo, anche nei sistemi idrici che forniscono acqua potabile, diventando dannosa per gli esseri umani.
Anche gli animali subiscono effetti gravi a causa della plastica, perché possono ingerire le particelle oppure perché rimangono intrappolati in tali rifiuti.
Gli uccelli marini e i pesci introducendo le microplastiche all’interno dei loro organismi, entrano in contatto con la catena alimentare e arrivando così anche sulle nostre tavole.
Ma la plastica viene mangiata anche dagli animali che popolano la terraferma e in alcuni casi il risultato finale è la morte.
Una volta che sono nell’oceano, è molto difficile recuperare i rifiuti di plastica, ma nel momento in cui si degradano in microplastiche è praticamente impossibile.
A questo punto la soluzione è evitare che i rifiuti di plastica raggiungano i fiumi, i mari e gli oceani, migliorare i sistemi di gestione dei rifiuti ed eliminare la plastica monouso.
A tal proposito l’impatto della plastica “short lasting” è diventato sempre più allarmante, tanto da determinare l’intervento della Commissione Europea, che nel 2015 ha riconosciuto tale materiale come una delle aree prioritarie di intervento.
Successivamente la Direttiva “SUP”, acronimo che sottintende Single Use Plastic (Direttiva UE 2019/904), ha predisposto alcune misure, come il divieto di commercializzazione di determinati prodotti monouso come posate, piatti, cannucce e bastoncini cotonati.
Tale Direttiva è stata poi recepita in Italia attraverso il D.Lgs. n. 196/2021, entrato in vigore il 14 Gennaio 2022.
Pertanto ognuno di noi può fare qualcosa per cercare di preservare l’Ambiente e limitare l’uso inappropriato e massiccio della plastica. Azioni concrete per la transizione ecologica.
Environmental Advisor
Dott.ssa Gioia Pantalone